La metro di Londra censura Schiele. E sui social impazza l’hashtag #ToArtItsFreedom

SORRY, 100 years old but still daring today. #ToArtItsFreedom” (“Siamo spiacenti, hanno cento anni ma sono ancora troppo audaci. #ToArtItsFreedom”)!
E’ questo il messaggio che compare all’altezza delle parti intime dei personaggi raffigurati nelle opere d’arte di Schiele esposte in questi giorni nella metropolitana di Londra. Si tratta di una risposta provocatoria dell’ente del turismo di Vienna rivolta alla compagnia dei trasporti di Londra.

Il tutto è iniziato quando l’ente del turismo di Vienna ha diffuso alcuni manifesti pubblicitari in giro per l’Europa al fine di promuovere le iniziative culturali in programma nel 2018 in occasione del centenario della scomparsa di Egon Schiele, uno dei più grandi esponenti dell’espressionismo).
Ma alcuni di questi manifesti raffiguranti tre opere dell’artista con due nudi maschili e uno femminile (come ‘Nudo maschile seduto‘ e ‘Ragazza con calze arancioni‘) sono stati rifiutati dalla compagnia dei trasporti britannica perchè ritenuti troppo audaci.

La risposta dell’ente del turismo viennese non si è fatta attendere. E ha re-inviato le opere censurate da grandi riquadri bianchi con impressa la scritta sopracitata al fine di stimolare una discussione sulla nudità nell’arte.
Con questa mossa, il direttore Norbert Kettner ha evidenziato:“Vogliamo far vedere al pubblico quanto fossero avanti gli artisti della Vienna del tempo, e anche incoraggiare il pubblico ad analizzare che cosa è o non è cambiato nel tempo in termini di apertura e attitudini nella società”.
La provocazione dell’ente del turismo viennese ha colto nel segno, scatenando una vera e proria bufera sui social network dove impazza l’hashtag #ToArtItsFreedom che rispolvera il motto della secessione viennese: “Ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà“.

Le versioni censurate delle opere di Schiele sono state esposte anche a Colonia e ad Amburgo.


Da INSTAGRAM

London tube making a valid point with my beloved Egon #toartitsfreedom

Un post condiviso da Kasia Ziminska (@kasiaishidinghere) in data:


Da TWITTER